Pio XI e Galgaco
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXXII, fasc. 262, p. 3
Data: 3 novembre 1957
pag. 3
Un mio amico senatore, il quale era implicato nell'Esposizione del 1942, mi raccontò un giorno che nell'estate del 1938 dovette recarsi a Castelgandolfo per presentare a Pio XI il modello in plastico della chiesa di San Pietro e Paolo, che avrebbe dovuto sorgere nei pressi di quella Mostra Universale. Lo accompagnavano l'architetto Piacentini e il pittore Oppo nonchè altri esponenti delle gerarchie ministeriali e politiche in quel tempo.
Il mio amico, sapendo che il Papa aveva trepidato molto in quei giorni per la sorte dell'Europa, credette ben fatto di rivolgersi a lui con queste parole:
— Santo Padre, mi sembra che sia di buon auspicio presentare questa Chiesa nel momento stesso che la pace del mondo è salvata.
A questo discorso il Papa si alzò dal tronetto dov'era seduto e, per quanto fosse di statura mezzana e di rotonda corpulenza, si levò dritto verso l'amico, che è alto più di un granatiere, e fieramente esclamò:
— Non v'è pace senza giustizia!
L'amico rimase un po' interdetto e non seppe lì per li risponder nulla e per cavarsi d'impaccio pregò il Papa di esaminare il modellino che gli stava dinanzi. Il Pontefice, rabbuiato in viso, girò attorno al basamento su cui era poggiato il plastico e osservò serio serio:
— Vedo che avete preferito la croce greca; speriamo che la vostra pace non sia fondata sulla fede greca.
Al che l'amico, non sapendo che si dire, rispose:
— Speriamo tutti, Santità, che si tratti di una pace romana.
Il Papa allora si volse concitato a lui e così lo apostrofò:
— Senatore, avete mai letto Tacito?
E l'amico a scanso di impicci prontamente rispose:
— Santo Padre confesso che non l'ho mai letto.
Allora Pio XI eretto nella parva e repleta persona recitò a gran voce il discorso del capo dei Britanni, Galgaco, quello che enumera le violenze, le ruberie, le sopraffazioni e le angherie dei Romani nelle terre conquistate, che termina con le famose parole: «Auferre, trucidare, rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem facíunt, hoc pacem appellant».
L'amico senatore non replicò verbo e l'udienza poco dopo ebbe termine. Ma giova osservare fra le tante cose che ci sarebbero da osservare intorno a questo tempestoso dialogo, che quando un Papa cita Tacito si tratta di uno di quei pontefici che furono contemporanei del grandissimo storico romano. Il Papato anche oggi è l'ultimo testimonio vivente della maestà dell'Impero.
◄ Indice 1957
◄ Corriere della Sera
◄ Cronologia